GUIDA Firenze/Chiesa di Santa Maria Novella
Giovanni Boccaccio nel Decameron, così scriveva nell'introduzione della Prima giornata:
- « Nella venerabile chiesa di Santa Maria Novella, un martedì mattina, non essendovi quasi alcuna altra persona, . . . . si ritrovarono sette giovani donne... »
La Chiesa appartiene all'ordine domenicano e fu costruita appunto da due domenicani, Fra'Sisto da Firenze e Fra'Ristoro da Campi; fu poi completata da un altro frate, Jacopo Talenti, cui si deve anche l'agile campanile gotico-romanico. La facciata attuale, con le decorazioni in marmo bianco e verde, su disegno di Leon Battista Alberti, furono completate nel 1470, in stile rinascimentale. Sui lati della facciata si trovano tombe di stile gotico, appartenenti ad illustri famiglie fiorentine.
L'interno, è a croce latina, con tre navate collegate da pilastri ed archi a volta molto ampi, onde ottenere un maggiore effetto di vastità. Subito viene notato il Crocifisso di Giotto del 1290, riappeso, dopo anni di restauro, dove probabilmente era stato posto quando venne eseguito.
E' una chiesa ricca di opere d'arte, di cui si citano:
- nella navata sinistra una Trinità con la Madonna, san Giovanni ed i committenti, affresco di Masaccio.
- la Cappella Strozzi di Mantova con affreschi e pala d'altare di Nardo di Cione e del fratello Andrea, detti entrambi Orcagna, rappresentanti il Giudizio Universale, l'Inferno ed il Paradiso, dove c'è il ritratto di Dante.
- la Cappella Gondi, disegnata dal Sangallo, col celebre Crocifisso in legno policromo di Filippo Brunelleschi.
- la Cappella Gaddi con tavola di Agnolo Bronzino: Il miracolo di Gesù.
- la Cappella dell'Altar Maggiore o Cappella Tornabuoni, con il Crocifisso in bronzo del Giambologna ed il ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio e aiuti (1486-90), che ricoprono le pareti e la volta absidale rappresentanti scene e vita della Madonna e storie di San Giovanni Battista.
- la Cappella Rucellai, con statua di Madonna col Bambino di Nino Pisano.
- la Cappella di Filippo Strozzi con affreschi di Filippino Lippi.
Nella sacrestia troviamo un bel lavabo in terracotta invetriata di Giovanni Della Robia del 1498.